Cronache di un Mesotes – La guerra del Portatore

Autore: Alberto Grandi

Casa Editrice: Bookabook

Genere: Fantascienza

Numero pagine: 269

Saga: Cronache di un Mesotes #1

Il vero antagonista della tua storia è il mostro dentro di te, non quello là fuori.

Cronache di un mesotes – la guerra del portatore

Trama:

Il Portatore, colui che crea la vita e distrugge tutto ciò che incontra sul suo cammino, sta guidando l’avanzata di un esercito di creature oscure che minaccia gli equilibri dell’intero universo. Fortunatamente, però, alcune specie aliene hanno deciso di stipulare un’alleanza per fronteggiarlo e quattro Umani sono stati scelti per unirsi alle loro schiere di soldati: tra questi c’è Leon, un ragazzo appassionato di arti marziali e filosofia, con un passato misterioso alle spalle e un futuro ancor più incerto all’orizzonte.

Basteranno il suo coraggio e la misteriosa spada Azrael per permettergli di sopravvivere a pianeti sconosciuti, missioni diplomatiche e combattimenti all’ultimo sangue?

Un viaggio avventuroso e introspettivo che lo porterà a visitare i più disparati mondi, da un morente imperialismo romano, al classicismo greco, passando per la libertà piratesca e la tecnologia psykines. In un percorso interiore verso la battaglia più difficile di tutte, quella per conoscere se stessi e migliorarsi.

Gli occhi sono il posto peggiore per nascondere una bugia e il migliore per trovare la verità.

Cronache di un mesotes – la guerra del portatore

Recensione di Sara di odoredinchiostro:

Un’interessante e ben riuscita commistione tra lo sci-fi, la filosofia e le arti marziali è forse la migliore descrizione che potrei dare di questo primo volume della saga di Alberto Grandi.

La narrazione prende avvio su di un’astronave, dove facciamo subito la conoscenza di Leon, il protagonista della storia, che è narrata in prima persona. Devo ammettere che ci ho messo un po’ ad inquadrarlo, ma proseguendo nella lettura mi sono affezionata molto a lui. Non è il classico eroe, quello che sa sempre quale sia la cosa giusta da fare, quello che prende una spada in mano per la prima volta ed inizia a schiacciare eserciti come se fossero formiche. Leon è fondamentalmente un ingenuo, un normale terrestre alle soglie dell’età adulta che, avendo praticato arti marziali per tutta una vita, pensava di saper combattere in modo per lo meno decente. Nel corso della storia si rende conto di quanto le sue idee fossero sbagliate, e soprattutto di quanto ancora debba imparare a conoscere sé stesso, e lo fa sbagliando più volte, in situazioni tutt’altro che idilliache che mi hanno spesso fatta sorridere. Trattandosi di una narrazione in prima persona, veniamo a conoscenza della psiche del personaggio a trecentosessanta gradi: si tratta di un ragazzo molto riflessivo, con un’impostazione filosofica che gli permette di analizzare a fondo tutto ciò che gli avviene.

Durante il suo viaggio nello spazio, tuttavia, Leon ha modo di conoscere molti altri personaggi, tra i quali mi sono affezionata particolarmente a 13 09 (sì, il suo nome è un numero, ma se volete sapere il perché vi toccherà leggere il libro, perché le mie recensioni sono sempre spoiler-free). Oltre ad appartenere ad una specie simile ad un incrocio tra umani e crostacei, che ho trovato molto interessante e inizialmente mi ha ricordato un po’ “Sputafuoco Bill” Turner di Pirati dei Caraibi, 13 è un individuo, o per meglio dire un mesotes, con un carattere molto rigido, cresciuto con un’impostazione militare che gli ha dato una forma mentis dedita all’obbedienza ed al rispetto delle gerarchie. Anche grazie a Leon, 13 ha una bellissima evoluzione caratteriali, con alcune parti che ho trovato molto commoventi.

Oltre a questi due personaggi, molti altri si intrecciano nella storia. In primo luogo abbiamo gli Psykines, degli umanoidi che basano la loro forza sul potere della mente e sulla tecnologia, e che sono in grado di praticare la telecinesi. Abbiamo poi le Cheimatos, che mi hanno ricordato decisamente le valchirie della mitologia: donne immense e forti, esperte nel combattimento corpo a corpo e in grado di controllare alla perfezione le loro emozioni ed i loro sentimenti. Mi sono rivista un po’ in loro, non perché io sia immensa e forte (tutt’altro), ma perché anche io vivo praticando un estremo controllo sulle mie sensazioni, e mi ha emozionata la parte in cui una di loro dice che il fatto che siano brave a celare i sentimenti non significa che non ne abbiano. Mi sono sentita molto compresa.

Con questi ed altri personaggi altrettanto interessanti, si dipana una trama coinvolgente e ricca di colpi di scena. Una menzione d’onore merita il world building: nei suoi viaggi nell’universo, Leon incontra molti popoli, tutti differenziati magistralmente sia nei loro costumi sia nelle loro credenze, con livelli di evoluzione e di tecnologia diversi. In alcune popolazioni, è possibile riconoscere situazioni simili a quelle della storia passata, ed altre possono essere realisticamente evoluzioni della storia moderna, come se l’autore avesse voluto inserire anche elementi distopici ed ucronici nella sua trama sci-fi. Anche la costruzione religiosa è accattivante, con un’unione tra la mitologia greca e quella nordica. Costruzione che sicuramente riserverà ancora molte sorprese nel prossimo volume, dato che il nemico non è ancora comparso in prima persona, ma solo di nome ed attraverso i suoi scagnozzi.

L’unica nota negativa e che non mi ha permesso di dare il punteggio pieno, è stato il modo in cui l’autore ha inserito i contenuti filosofici nei primi capitoli. Chiaramente lo scrittore ha una formazione filosofica, ed altrettanto chiaramente vuole usare la sua storia non tanto per raccontare e svagare il lettore, ma soprattutto per passare un insegnamento, cosa che apprezzo molto e che anzi deve sempre essere centrale nel momento in cui si scrive un romanzo. Tuttavia, all’inizio ho trovato l’inserimento della filosofia un po’ macchinoso, come se l’autore stesse facendo dire ai personaggi parole sue e non loro, cosa che rendeva la lettura un po’ meno scorrevole e i discorsi leggermente fittizi. Questa tendenza è tuttavia andata scomparendo nel corso dei capitoli, ed alla fine gli insegnamenti e le riflessioni sono perfettamente amalgamati nella narrazione, tanto che sono state sicuramente le mie parti preferite.

Il finale è assolutamente in sospeso, ed appena l’ho finito mi sono andata ad informare per sapere quando uscirà il secondo volume. Ho scoperto con gioia che il secondo volume è già in campagna crowdfunding sul sito della casa editrice, e che effettuando un preorder, oltre a sostenere l’opera e permetterle di vedere la luce e gli scaffali delle librerie, si riceve l’intera bozza non editata del secondo volume. Se avete letto questo libro, non potete sicuramente farvelo scappare.

Rating

“Il vero autocontrollo non è sottomettere tutti i sentimenti e le emozioni alla ragione.
È sapere quando usare la ragione e quando l’emozione!
Non frenarti!
Cogli il vero te stesso e, quando avrai capito chi sei, migliorati,
per poi parlare al mondo con le tue gesta.

cronache di un mesotes
La guerra del portatore

Recensione di Brunella di emozionibru:

Leon è un umano che viene ingaggiato per aiutare gli abitanti di altri mondi a liberare alcuni pianeti dal Portatore e dai suoi Creati.
Il Portatore è un’entità che cerca di dominare l’universo attraverso schiere di guerrieri che crea in continuazione, denominati appunto Creati, che occupano i pianeti uccidendo i suoi abitanti.
Gli umani e gli alieni sono considerati tutti dei Mesotes e si alleano per combattere il Portatore.
Le specie aliene riunite sono quattro: le Cheimatos, amazzoni gigantesche, i Rook, dei golem, i Ropodarth, soldati armati e gli Psykines, mentalisti creatori di armi e strumenti di tecnologia elevata.

I personaggi e gli abitanti dei pianeti rappresentano la visione dell’autore della terra così com’è oggi, com’è stata e come potrebbe diventare se le situazioni politiche ed economiche non dovessero cambiare.
I pensieri e le considerazioni di Leon si rifanno ai nostri grandi filosofi, ed alcuni personaggi vengono anche vestiti e collocati in ambienti che fanno riferimento all’antica Grecia.

All’inizio i dialoghi sembravano poco naturali e poco adatti ad un romanzo, semmai più adatti ad una graphic novel, ma superato il primo quarto è diventato tutto più naturale e scorrevole.
L’autore si è dato un obiettivo ambizioso, unire la fantascienza alla filosofia, e devo dire che un lettore attento riesce a cogliere entrambi gli aspetti del libro.
Le azioni sono ben descritte, così come i luoghi ed i personaggi e mi ha fatto molto sorridere (ed a volte ridere) come Leon sia stato pensato come un eroe atipico, pieno di insicurezze, di paure, narcolettico ed impacciato, ma poi capace di grandi gesta durante le battaglie, sempre in prima linea e pronto a salvare i compagni.

Il finale è aperto, perché questo volume è il primo di una trilogia e faccio i complimenti all’autore per come ha saputo creare suspance e lasciare tutto in sospeso in attesa del prossimo.

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