Harlem – You write the rules

Autore: Luca Leone

Casa editrice: Infinito edizioni

Genere: Romanzo Storico

Numero pagine: 472

Non importava se poi la persona tornava alla vita, quello che contava veramente era il fatto che fosse caduta, che avesse perso la dignità, che avesse cancellato l’anima. A lui era successo, ne conosceva il prezzo e, nonostante gli anni, nonostante le vite salvate, lui non si perdonava di averlo dovuto pagare tutto fino all’ultimo centesimo.

Harlem – you write the rules

Trama:

Fine anni Sessanta: Pee Wee e Joe sono due teenagers neri di Harlem destinati a entrare nella storia del basket di strada. Il primo, spigliato, disinvolto, è il più piccolo di una famiglia numerosa; il secondo è orfano e vive con la nonna. Entrambi sopportano poco la realtà disastrosa del loro quartiere e si affidano al crimine per fare soldi. Pee Wee spaccia droga fin da piccolo e anche Joe finisce col cedere al fascino della ricchezza facile. Li unisce il basket e il Rucker Park, il playground più famoso del mondo. I due crescono con molti soldi e secondo le regole della strada, ma senza il lusso di poter programmare il futuro. L’innato talento nel basket propone loro continue occasioni – il college, l’Nba – per uscire da quel mondo, ma nessuno dei due le afferra mai. Restano dèi dell’asfalto e a loro si inchina anche Doctor J (in una partita realmente giocata). Incapaci di crescere e di guardare il loro vero io, conosceranno il carcere e la guerra, senza maturare mai. Diventeranno leggende in una New York che cambia faccia, ma che nel cuore nero resta uguale, come i giovani che, nonostante gli anni e il progresso, hanno sempre le stesse debolezze e la stessa ingenuità nell’affrontare una realtà dura, quella della strada.

Il fruscio del cuoio contro la catenella di metallo suonava come musica. Ogni volta che succedeva la palla ci lasciava un po’ di sé, si consumava. Ma quel prezzo aveva un senso. La palla che entra significa vivere e vivere è consumarsi un po’ alla volta.

Harlem – you write the rules

Recensione:

Harlem è sicuramente uno di quei libri che se non mi avessero proposto non avrei mai letto: non solo appartiene ad un genere, il romanzo storico, che di solito non leggo, ma parla anche di un ambiente, il basket di strada, che non conosco quasi per nulla. A maggior ragione, sono estremamente felice che la CE infinito edizioni mi abbia proposto la lettura di questo libro, perché altrimenti mi sarei persa un’opera che merita di essere conosciuta.

Quello che l’autore ci narra, oltre ad essere molto interessante perché racconta una parte della storia poco studiata nelle scuole ma fondamentale per comprendere il popolo afroamericano, è anche estremamente profonda. Potremmo descrivere questo racconto come un romanzo di non-formazione, perché nonostante copra un periodo di tempo di parecchi anni (circa una ventina) si potrebbe dire che i personaggi non imparano mai dai loro errori, e non cadono per rialzarsi ma per continuare a cadere, se non proprio nelle ultime pagine della vicenda.

Un merito che riconosco all’autore è che, nonostante si tratti di un libro decisamente lungo (quasi cinquecento pagine, scritte a caratteri tutt’altro che grandi), e pur essendoci spesso cronache ben dettagliate di partite di basket, la narrazione non diventa mai pesante né noiosa. Parte di ciò penso sia anche dovuto al fatto che i capitoli sono davvero corti, mai più di quattro o cinque pagine, e quindi permettono al lettore di gestire la lettura come meglio crede, prendendosi pause e ricominciando senza dover riprendere il filo del discorso. Inoltre, la storia è raccontata alternando i punti di vista dei diversi protagonisti, e questo dà una buona dose di varietà alla narrazione che permette di tenere sempre alta l’attenzione in un ritmo che spesso diventa serrato, tenendo chi legge col fiato sospeso.

Personalmente, ho adorato come l’autore abbia introdotto il contesto storico: a differenza di altri romanzi del genere, dove ci troviamo spesso di fronte ad interi capitoli di contestualizzazione in cui non succede praticamente nulla, i fatti di cronaca sono amalgamati magistralmente nella narrazione, e vengono riportati solo quando sono strettamente necessari alla trama. Inoltre, non vengono mai presentati come dati esterni, ma vengono sempre rielaborati dal punto di vista dei protagonisti, che ne danno ognuno una chiave interpretativa diversa portando il lettore ad avere un quadro generale della situazione.

La caratterizzazione dei personaggi è anche ben riuscita: nonostante si tratti di piccoli e grandi criminali, e quindi si potrebbe immaginare che abbiano una mentalità mediamente simile tra loro, ognuno ha invece una profondità ed una concezione del suo operato diversa. Infatti, nonostante i caratteri dei protagonisti non maturino nel senso positivo del termine, non si può dire che non evolvano durante la storia, cambiando a poco a poco le motivazioni per cui agiscono. In particolare, durante la lettura mi sono trovata a rivalutare a poco a poco il personaggio di Pee Wee, che, mentre all’inizio mi sembrava un bulletto che si divertisse a spese degli altri, alla fine è diventato decisamente il mio personaggio preferito.

Nonostante si tratti di una storia praticamente del tutto al maschile, non ho sentito la mancanza di una figura femminile in cui rivedermi. Le poche donne che compaiono hanno infatti ruoli molto interessanti, sia positivi sia negativi, e permettono di farsi una chiara idea anche di come la figura femminile in quegli anni stesse cercando di emanciparsi dai luoghi comuni.

Ho apprezzato molto che al fondo del libro l’autore abbia riportato le fonti a cui ha fatto riferimento per la stesura dell’opera, e anche che abbia segnalato quali parti della storia vera siano state modificate per dare un impianto più romanzesco alla narrazione. L’ho trovato molto rispettoso, sia verso il lettore sia verso i personaggi stessi.

Insomma un’opera con uno stile scorrevole, dei temi importanti ed un’abile penna alle palle, che mi sento di promuovere a pieni voti.

Link per l’acquisto: Harlem – you write the rules

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *