Autore: Erika Tamburini
Casa editrice: Triskell Edizioni
Genere: Thriller, Noir psicologico
Numero pagine: 416
Trama
“Febbraio 1929.
Dopo la strage di San Valentino, altri avvenimenti sanguinosi continuano ad abbattersi su Chicago. La città del vento è in preda al terrore, tenuta sotto scacco da un serial killer denominato il Collezionista di Bambole, un assassino che da quasi quindici anni terrorizza gli abitanti creando macabre bambole umane con ragazzi di strada, che abbandona poi in luoghi caratteristici come se fossero un tassello a completamento della sua opera.
In questo clima di terrore si incrociano le vite di Aidan, il detective messo a indagare sul caso, René, un giovane che vive nella casa di piacere di Mama Blue e che con la donna condivide un terribile segreto e del giovane Hisui, anche lui un ragazzo della casa di piacere.
In una metropoli spazzata dal gelido vento del nord che porta con sé le note della musica jazz, il lamento di vittime innocenti e la voce di una bestia bramosa di sangue e vite umane, è in atto una corsa contro il tempo per evitare che il Collezionista di Bambole colpisca ancora. E ancora”.
Recensione
Ci troviamo a Chicago negli anni del proibizionismo e subito le strade e i vicoli ci sono familiari: l’autrice ha descritto minuziosamente l’ambientazione non tralasciando storia, aneddoti e precisazioni accuratamente inserite con apposite note.
Non fatichiamo a conoscere e riconoscere i personaggi che ha delineato in modo consapevole, come se fossero persone conosciute: ognuno di loro con caratteristiche personali perfettamente identificabili, un proprio passato e bisogni e desideri umani, condivisibili o meno.
La trama è il punto di forza di questo romanzo, un’idea veramente ben congegnata e assolutamente non banale… ecco, questa sua complessità nella lettura l’ho percepita.
Non ci troviamo davanti ad un linguaggio troppo articolato o aulico ma la narrazione ci viene presentata sotto forma di riflessione, è un racconto introspettivo dove, capitolo dopo capitolo (che a mio gusto personale ho trovato molto lunghi, ndr.), leggiamo, parliamo, ci troviamo, nella mente del narratore.
Un’idea veramente geniale, il lettore sa chi è l’assassino è legge cercando di carpirne l’essenza, empatizzare con lui: perché lo ha fatto? Cosa è scattato nella sua testa?
Mi rendo conto che abitare, agire, la mente altrui sia di base una facoltà complessa e nell’insieme anche prolissa e confusionaria (quale mente è facile da leggere? Ndr.) ma viste le potenzialità, il concept nel suo insieme, mi aspettavo una scorrevolezza differente vista la quantità di importanza da gestire.
Ho apprezzato particolarmente i temi che l’autrice ha interconnesso i quali, nonostante i tempi siano cambiati, sono ancora tremendamente attuali.