Autore: Madeline Miller

Casa editrice: Feltrinelli

Genere: Narrativa

Numero pagine: 400

Trama

Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l’orrore. E seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d’armi – due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna. Madeline Miller, studiosa e docente di antichità classica, rievoca la storia d’amore e di morte di Achille e Patroclo, piegando il ritmo solenne dell’epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosità e restituito alla naturalezza con cui i greci antichi riconobbero e accettarono l’omosessualità. Patroclo muore al posto di Achille, per Achille, e Achille non vuole più vivere senza Patroclo. Sulle mura di Troia si profilano due altissime ombre che oscurano l’ormai usurata vicenda di Elena e Paride.

“And perhaps it is the greater grief, after all, to be left on earth, when another is gone.”

“E dopotutto forse il dolore più grande è quello di chi viene lasciato da solo sulla terra.”

La canzone di Achille

Recensione

Un viaggio tra l’amore e la mitologia, che restituisce una visione interna della biografia di uno degli eroi più amati della storia.

In questo libro posso dire di aver amato praticamente tutto. In primo luogo, ho trovato assolutamente vincente la scelta di usare Patroclo come narratore. Fin dalle prime pagine è possibile rendersi conto che si tratti di un personaggio estremamente complesso, con luci ed ombre, un’infanzia complicata che ne ha causato la crescita con un carattere pieno di insicurezze. La cosa migliore è però stata vedere la descrizione di Achille dagli occhi di Patroclo: un approccio in terza persona probabilmente sarebbe stato troppo freddo, mentre in prima persona sarebbe diventato autocelebrativo. Vederne la descrizione da parte di una persona che lo amava in tutte le sue caratteristiche ha invece fatto in modo che il lettore riuscisse ad apprezzarne sia le caratteristiche positive sia i numerosi difetti, come la facilità all’ira, la testardaggine, e l’eccessiva fiducia verso il prossimo.

Nonostante alcuni elementi della trama non siano stati esattamente rispettati per quanto riportati nell’iliade o in altri miti greci, ho trovato che le licenze presesi dall’autrice siano state adeguate a raggiungere l’obbiettivo prepostosi, ovvero di raccontare di una storia d’amore in un ambiente mitico e fantastico. Ho apprezzato molto l’inserimento dei vari dei all’interno della storia, che hanno dato un tocco di magia in più e spesso sono stati cruciali per il prosieguo della trama.

Passando ai personaggi, vorrei fare una menzione d’onore per Briseide, un personaggio, seppur secondario, costruito magistralmente, che entra velocemente nel cuore del lettore e lì resta, con la sua dolcezza e la sua forza. Molto interessante anche il personaggio di Tethi, la madre di Achille, che pur ricoprendo un ruolo da villain è in grado di arrivare al lettore con le sue sfaccettature.

La prosa della Miller è coinvolgente dall’inizio alla fine del romanzo, ed è in grado di entrare nel cuore del lettore. Le emozioni sono forti fin dall’inizio, ma la fine del romanzo raggiunge il culmine del pathos: personalmente mi sono trovata talmente coinvolta nella storia che le ultime cinquanta pagine le ho praticamente lette tutte con il magone, e considerando che non sono una persona che si commuove facilmente penso che sia un unicum nella mia storia di lettrice.

Mi sono assolutamente innamorata di questa autrice, e penso proprio che recupererò tutte le sue opere, a partire da Circe.

Trama
Scrittura
Personaggi

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