Le diecimila porte di January

Autore: Alix E. Harrow

Casa editrice: Mondadori

Genere: Fantasy

Numero pagine: 396

“In genere non sono una che piange molto. Da piccola piangevo per tutto, dalle prese in giro ai finali tristi, e una volta persino per una pozzanghera piena di girini che si era asciugata al sole, ma a un certo punto impari il trucco dello stoicismo: ti nascondi. Ti rintano fra le mura del tuo castello, tiri su il ponte levatoio e osservi tutto dalla torre più alta”

Le diecimila porte di January

Trama

Estate 1901. Un’antica dimora nel Vermont, piena di cose preziose e sorprendenti. La più peculiare è forse January Scaller, che vive nella casa sotto la tutela del facoltoso signor Locke. Peculiare e atipica, almeno, è come si sente lei: al pari dei vari manufatti che decorano la magione è infatti ben custodita, ampiamente ignorata, e soprattutto fuori posto. Suo padre lavora per Locke, va in giro per il mondo a raccogliere oggetti “di un valore singolare e unico”, e per lunghi mesi la ragazzina rimane nella villa ridondante di reperti e stranezze, facendo impazzire le bambinaie e, soprattutto, rifugiandosi nelle storie. È così che, a sette anni, January trova una porta. Anzi, una Porta, attraverso cui si accede a mondi incantati che profumano di sabbia, di antico e di avventura… Sciocchezze da bambini. Fantasie assurde, le dicono gli adulti. E January si impegna con tutta se stessa per rinunciare a quei sogni di mari d’argento e città tinte di bianco. Per diventare grande, insomma. Fino al giorno in cui, ormai adolescente, non trova uno strano libriccino rilegato in pelle, con gli angoli consumati e il titolo stampigliato in oro semiconsunto: “Le diecim por”. Un libro che ha l’aroma di cannella e carbone, catacombe e terra argillosa. E che porta il conforto di storie meravigliose nel momento in cui January viene a sapere che il padre è disperso da mesi. Probabilmente morto. Così la ragazza si tuffa in quella lettura che riaccende il turbine di sogni irrealizzabili. Ma lo sono davvero? Forse basta avere il coraggio di inseguirli, quei sogni, per farli diventare realtà. Perché pagina dopo pagina January si accorge che la vicenda narrata sembra essere indissolubilmente legata a lei…

E’ solo che il dolore a volte è inevitabile, troppo necessario per percepirlo.

Le diecimila porte di January

Recensione

Sarò sincera: questo libro lo avevo comprato principalmente per la copertina. Un po’ anche per il titolo, forse. Non avevo nemmeno letto la trama, mi aveva convinta già così. E in effetti a volte, uno scrigno stupendo protegge un contenuto altrettanto di valore: è proprio il caso di “Le diecimila porte di January”.

Quello che mi è piaciuto molto di questa storia è l’ambientazione quasi onirica in cui si svolge. La narrazione, almeno all’inizio, è abbastanza lenta, ma l’atmosfera che viene evocata dalle parole è tutto tranne che banale. La storia di January mi ha incuriosita subito, e posso dire che ha creato in me anche una bella dose di empatia: come non rivedersi in una ragazza un po’ (troppo) sognatrice, che non si sente mai al suo posto, e che non vuole rassegnarsi a credere che la magia sia confinata solo tra le pagine dei libri?

La caratterizzazione dei personaggi non è forse la più approfondita che ci sia, ma sicuramente è stata fatta al meglio se si pensa che stiamo parlando di un fantasy stand alone di meno di 400 pagine. Nonostante la relativa brevità della storia, infatti, nulla è lasciato al caso: i personaggi spalla sono decisamente adeguati al loro ruolo e ben diversificati l’uno dall’altro, ed anche l’antagonista è gestito in modo interessante, essendo una figura molto ricca di colpi di scena (non vi dico il nome proprio perché all’inizio non lo diresti proprio che sia un antagonista!).

Anche la trama è molto coinvolgente: molte storie si intrecciano, sia muovendo il libro avanti e indietro nel tempo con due pov principali, sia attraverso le parole dei personaggi stessi. Da metà del libro diventa quasi impossibile staccarsi: i fatti si susseguono uno dietro l’altro, con continui colpi di scena e sviluppi inaspettati. I misteri si infittiscono e il lettore semplicemente non può fare a meno di cercare di indovinare come vada a finire. Un valore aggiunto che ho trovato in questo libro è l’imprevedibilità: purtroppo (in questo caso) sono una persona molto intuitiva e mi capita molto spesso di capire con centinaia di pagine di anticipo cose che succederanno più avanti, cosa che spesso mi rovina un po’ la lettura, ma con questo libro non sono mai riuscita a capire cosa sarebbe successo. Anzi, parecchie cose che sono state svelate alla fine, nonostante fossero lì sotto gli occhi di tutti, erano state nascoste abbastanza bene da non essere trovate con facilità.

L’unica cosa che forse mi sarebbe piaciuto che fosse trattata un po’ più nel dettaglio è stata il finale. Molte cose sono lasciate in sospeso, o per meglio dire vengono lasciate intuire al lettore ma non vengono esplicitate nel testo. Da un lato questo è chiaramente voluto, perché permette al lettore di non chiudere veramente il libro ma di restare in compagnia dei personaggi ancora un po’, immaginando cosa succeda loro e come prosegua la loro storia; dall’altro, mi sarebbe piaciuto che alcuni fili venissero tirati un po’ più a fondo lasciando meno spazio alla libera interpretazione.

Comunque, quello che reputo il maggior punto di forza del libro è la scrittura. L’autrice va in profondità, scrivendo delle frasi (due delle quali potete vedere qui nelle citazioni) che scavano a fondo nell’animo del lettore. Personalmente, penso di non aver mai segnato così tanti passaggi durante la lettura di un libro: sentivo che alcuni brani mi parlavano proprio in prima persona.

Per concludere, posso dire che è un libro che vi consiglio a cuore aperto di leggere: sono sicura che ci troverete qualcosa che possa restarvi dentro!

Trama
Scrittura
Personaggi

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