Il guardiano e la bambina

Autore: Vittorio La Rovere

Casa editrice: PAV edizioni

Genere: Fantasy

Numero pagine: 290

Saga: Eldel Saga #1

Avere un obiettivo e perseguirlo con convinzione è una cosa bella, ma è lo scopo che definisce la qualità di chi siamo e cosa facciamo.

IL GUARDIANO E LA BAMBINA

Trama

Come tutti i giovani di Siphai, nella terra di Eldel, Anter ha un solo scopo nella vita: morire in un’impresa eroica, per essere ricordato nei secoli a venire. Ma il suo destino subisce una svolta inaspettata quando, per errore, la sua vita viene legata indissolubilmente a quella di Emia, erede designata al trono di Eldel. Adesso, Anter è costretto a portare la bambina fino alla capitale Isdàra, dove Emia deve toccare il marchingegno magico che l’ha scelta e sancire così il passaggio di potere dall’attuale sovrana, la Signora Aelhe, a lei. Il giovane sa di non potersi rifiutare: la bambina non può intraprendere un viaggio così pericolosa da sola, e, se dovesse morire, per colpa del loro legame Anter rimarrebbe bloccato sulla Terra per l’eternità, senza poter mai avere la fine gloriosa che brama. E così, i due partono insieme. Tuttavia, la Signora non ha alcuna intenzione di cedere il potere: farà di tutto per impedire ai due di arrivare a destinazione.

E’ meraviglioso osservare il meccanismo delle cose, anche quelle che non funzionano.

IL GUARDIANO E LA BAMBINA

Recensione

Un interessante world building ed un elaborato sistema culturale è ciò che più caratterizza “Il guardiano e la bambina” di Vittorio La Rovere, edito in seconda edizione per Pav Edizioni. Si tratta di un Fantasy che riprende il trope del viaggio dell’eroe nella sua forma più classica e ne modifica le basi, con un eroe che a tratti prende quasi i panni di un antieroe, nel tentativo di autodeterminarsi e di combattere il destino che gli è piombato addosso (quasi) per caso.

Una delle cose che ho apprezzato maggiormente del libro è stato lo stile di scrittura dell’autore, che nonostante abbia molti intervalli descrittivi non perde mai di ritmo, spingendo il lettore a muoversi il più velocemente possibile tra le pagine del romanzo. Il lessico molto preciso di La Rovere permette di veicolare concetti complessi ed alternativi attraverso poche parole, cosa che porta a percepire il romanzo come molto più lungo e allo stesso tempo molto più corto delle sue neanche trecento pagine.

Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, l’ho trovata molto interessante: l’autore non si concentra solo sul protagonista, ma dà peso anche ai personaggi secondari, tra cui il lettore può facilmente individuale qualcuno in cui identificarsi. Personalmente, ho apprezzato molto la figura dello studioso, coprotagonista della storia che decide di abbandonare i suoi obbiettivi per aiutare il protagonista nella sua impresa. In particolare in questo merito è molto interessante la caratterizzazione della cultura del protagonista, un sistema incentrato sul sacrificio eroico che porta onore a tutta la discendenza. Questo aiuta ad introdurre, anche attraverso i personaggi spalla, una serie di riflessioni interessanti sulla morte e su ciò che renda una vita effettivamente degna di essere vissuta.

Nonostante il libro mi sia piaciuto molto, tuttavia, non posso evitare di segnalare una cosa che personalmente ha un po’ invalidato il mio giudizio. In particolare, ho trovato il finale abbastanza forzato. Cercherò di spiegare questa cosa senza fare spoiler dicendo semplicemente che l’antagonista fa una scelta a mio parere assolutamente insensata in rapporto ai suoi poteri ed ai rapporti dell’eroe. Mi è sembrato che l’autore sia intervenuto nella storia per portare alla conclusione da lui voluta, ma questa conclusione a mio parere non è stata molto in linea con la costruzione che era stata fatta fino a quel punto. Questo a mio parere è un gran peccato perché mi ha portata a storcere il naso sul finale di un libro che altrimenti sarebbe stato da cinque stelle.

Nonostante ciò, è un libro che sicuramente consiglio di leggere agli amanti del genere. In particolare, è molto interessante il trope del custode, che personalmente avevo visto raramente nei romanzi fantasy che ho letto fino a oggi. Resto molto curiosa di vedere cosa porterà l’autore nei prossimi volumi della saga, dato che il finale che è stato fornito andrebbe benissimo per un volume autoconclusivo, cosa che personalmente apprezzo molto.

Trama
Scrittura
Personaggi

Link per l’acquisto: Il guardiano e la bambina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *