Una Gioia

Autrice: Lea Landucci

Casa editrice: Sperling & Kupfer

Genere: Chick-lit

Numero pagine: 355

Ciao Cristina, piacere di conoscerti. Avrei preferito presentarmi in circostanze meno tragiche, ma ti prometto che ti rimetterai in sesto e ricominceremo dall’inizio.

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Trama

In teoria, Alessandro Rindi, detto Alex, è l’uomo ideale: trentasette anni, ortopedico, affascinante e sexy, ma anche gentile e premuroso. In realtà, si porta dietro un bagaglio non indifferente: una ex moglie egocentrica e viziata, un ex suocero troppo presente e una figlia birichina e super intelligente, con la straordinaria capacità di dire la cosa sbagliata al momento sbagliato. Quando Cristina lo conosce, dopo un brutto incidente, si rende conto che Alex non potrebbe essere più incompatibile con la sua vita e la sua viscerale insofferenza per i bambini. Ma quest’incontro la porterà a mettere tutto in discussione, ad affrontare paure e fragilità con coraggio, un pizzico di follia e l’immancabile supporto di Daniela e Sabrina, le sue migliori amiche. Riusciranno Alex e Cristina a trovare un equilibrio e la tanto sospirata felicità?

Credo sia la magia del teatro. È scomparso tutto […] la bella Roma si è davvero trasformata per un attimo in Verona. E il suono dei personaggi ci ha portato in una dimensione altra. Daniela ha provato mille volte a spiegarcelo a parole, ma non credo che questa sensazione si possa raccontare.

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Recensione

Comincio col dirvi che è il primo romanzo di Lea che leggo, e devo dire che ne sono rimasta super soddisfatta. Credo proprio che recupererò gli altri libri perché sono super curiosa di leggere la storia di Sabrina e Daniela. Ma adesso parliamo di Cristina.

La storia parte con un Pov (punto di vista) tutto al maschile, e io ho letteralmente adorato. Alex è il ragazzo che tutti vorremmo avere che però non ha una vita super facile: ha una figlia, ma se da un lato c’è una madre abbastanza assente che ricorre i suoi sogni, messi in pausa dalla maternità, dall’altro lato c’è un nonno super presente, frustante ed ingombrante che è convinto di sapere cosa sia meglio per la nipote. Senza lasciare a nessuno diritto di replica.

Non nascondo il mio grande odio per questo enigmatico personaggio. Da subito l’ho detestato, e durante la lettura non si è redento. Anzi ho trovato che una questione venisse aperta nel primo quarto del romanzo senza però trovare una conclusione effettiva, ma solo rassegnazione.

Cristina arriva solo nel secondo quarto del romanzo e il suo ingresso è davvero memorabile, ho letteralmente adorato. Le circostanze su come Alex e Cristina si conoscono sono fortuite e un po’ sfortunate, ma è così cha va la vita.

Tra i due nasce subito una grande chimica, cominciano a mandarsi delle e-mail. Mi è piaciuto molto come non si è voluto forzare il destino, tutto è accaduto senza fretta seguendo i giusti tempi e le giuste predisposizioni. Quella che ci viene descritta da Lea non è un amore che nasce all’istante, ovviamente l’attrazione c’è da subito, ma viene dato il tempo giusto per elaborarlo. Per accettarlo.

E adesso vi presto Gioia, bambina di sei anni super intelligente per la sua età, anche per questo il nonno insiste sul voler controllare la sua istruzione, a volte dimenticandosi però che ai bambini piace giocare e non studiare. Alex come padre è davvero perfetto, quando Gioia chiede qualcosa è sempre pronto a spiegargliela.

Devo dire che mi è piaciuto moltissimo tutto il romanzo, una lettura super coinvolgente. Ho anche molto apprezzato i piccoli riferimenti al teatro che fa Lea, dato che oltre ad avere talento nello scrivere è anche un’attrice.

Ci sono però delle cose che mi sono sembrate solo accennate, come dicevo, nei primi capitoli Alex deve combattere con il nonno per l’istruzione di Gioia. Dopo però essere stato costretto a cedere non se ne fa più parola. Perché? Non sono riuscita a capirlo. Il focus si sposta sulla relazione tra Alex e Cristina, e ci sta, però avrei apprezzato che si arrivasse a una fine, a mettere un punto (anche solo per le mie mille imprecazioni durante la lettura).

Ma andate sereni perché davvero sono piccolezze. Lo stile di scrittura mi è piaciuto moltissimo, ho trovato molto credibile il pov maschile, spesso troppo esagerato o ridondante. Ho apprezzato molto la forza di Cristina soprattutto alla fine.

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