Autore: Paola Ruzzini

Casa editrice: Amicolibro

Genere: Narrativa

Numero pagine: 107

Similmente ai nostri antenati, oggi, riaffiora il bisogno di annotare sulla pelle le emozioni che si covano dentro, spesso le più segrete.

Al di là del mare

Trama:

“Al di là del mare” è una storia completamente al femminile: vissuta, pensata e scritta da donne per donne e consigliata agli uomini. È la storia di una ragazza come tante altre la cui vita ha messo inaspettati e altissimi ostacoli da superare ma un’energia, una forza nascosta a cui aggrapparsi è già nell’aria. Sofia è una ragazza vicino ai trent’anni che tenta di risollevarsi da anni duri ma, proprio quando tutto sembra cominciare ad andare per il verso giusto, ecco l’incubo più temuto dall’essere umano presentare il suo volto: le viene diagnosticato un nodulo al seno, che per fortuna operato in tempo non avrebbe creato grossi problemi se non un affiorare di dubbi, vecchi dolori, insicurezze. Sarà l’incontro inaspettato con una vecchia conoscenza a infondere nuova energia alla nostra protagonista: all’improvviso Bea, una vecchia fiamma rispunta dal passato. La ragazza spagnola si svelerà pura forza risvegliando in Sofia antichi ricordi, sensazioni, passioni, sogni e si aprirà per lei una nuova vita.

La valenza di un artista non si eguaglia dal numero di applausi ma, esclusivamente dalle sue opere e dal suo rapporto con l’arte stessa: “Scrivi? Scrivi da sempre? La tua scrittura è per te uno sfogo, un passatempo, un divertimento, una necessità? Allora sei uno scrittore.”

Al di là del mare

Recensione:

Un libro che tratta tematiche sicuramente importanti e profonde, in una storia che, come si riporta a fine volume nella sezione dedicata alla biografia dell’autrice, è tratta dalla vera storia di Paola Ruzzini e della regista esordiente Beatriz Moya. In effetti, le note fortemente autobiografiche sono individuabili nel testo, soprattutto nella descrizione dei sentimenti e delle sensazioni che la protagonista prova. A differenza da quanto si possa immaginare dalla trama, questa storia non è una storia d’amore, anzi, l’amore è proprio l’ultimo dei problemi delle nostre protagoniste.

Ho apprezzato molto alcuni spezzoni del libro, in particolare un brano iniziale in cui si parla dell’Erasmus e di cosa questa esperienza significhi per gli studenti che ne prendono parte. Infatti, da ex studentessa erasmus mi sono riconosciuta molto nelle emozioni che l’autrice descrive.

Il libro ha uno spiccato carattere riflessivo: quella che davvero si evolve davanti al lettore non è tanto la trama, quanto la psiche della protagonista, che scrive la storia in prima persona. Oserei dire che, a parte un paio di eventi, non succede tantissimo durante la storia, ma ci si concentra su piccole cose, piccoli eventi che causano un’evoluzione nella personalità della protagonista. Al contrario di quello che ci si aspetterebbe dalla trama, il romanzo non racconta della scoperta della malattia da parte della protagonista, né della sua lotta contro il tumore. Quando il libro prende avvio, infatti, la protagonista ha già subito l’operazione ed il tumore, almeno clinicamente, è ormai un capitolo chiuso. Non è invece chiuso per nulla nella mente della protagonista, che affronta un lungo percorso per ritrovare la sua femminilità e riaffermare il suo controllo sulla propria vita dopo che questo controllo sembra essergli stato strappato dall’ingiustizia del fato.

Quello che non mi ha convinta al 100% in questo libro è stato lo stile con cui l’autrice ha deciso di raccontare il vissuto della protagonista. Infatti, la costruzione del periodo è sempre complessa, il lessico utilizzato è decisamente tendente all’aulico, e spesso le frasi sono estremamente lunghe e quasi “contorte”. Nonostante questo genere di caratteristiche possa avere i suoi pregi, ho trovato che talvolta l’eccessiva complessità appesantisse un po’ la lettura, diminuendo la comprensibilità del testo e costringendomi a volte a tornare indietro e rileggere un’intera frase per capirne il significato. Mentre questo stile sarebbe stato interessante se intervallato a momenti più semplici e scorrevoli, essendo mantenuto praticamente per tutta l’opera ha fatto sì che arrivassi a fine libro con un certo senso di affaticamento.

Nonostante ciò, è un libro che consiglierei, anche perché tratta una relazione FxF in modo abbastanza anticonvenzionale rispetto al solito e quindi potrebbe essere una lettura adatta per continuare il pride month appena conclusosi.

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