La Terra dei Corvi

Autore: Marco Tanghetti

Casa editrice: PAV edizioni

Genere: Fantasy

Numero pagine: 440

Saga: La terra dei corvi #1

Perché la paura, vedete, è come una malattia: si insinua nella tua mente, e da essa, mediante il tuo verbo, infetta chi ti è vicino, per poi diffondersi ancora e ancora.

La terra dei corvi

Trama

Guerre e pestilenze hanno scosso per secoli il Ducato del Verlatz, tramutandolo in una terra spoglia, violenta e crudele, patria tanto di guerrieri leggendari quanto di infimi criminali. All’interno dei confini di questo mesto regno, l’isolata Baronia di Tarburg è flagellata da misteriosi massacri e continue sparizioni. Mentre la paura infesta le menti degli abitanti, un cavaliere giunto da una terra lontana mette al servizio del Barone Calabart la propria spada, giurando di portare pace in quelle buie terre. Sangue e acciaio attendono lo straniero dell’est e i guerrieri del Barone, mentre i tetri ricordi del passato potrebbero rivelarsi ben più affilati di qualsiasi lama.

Infine, Zacarist aveva imparato che ognuno nel mondo era macchiato da peccati di ogni sorta. Ognuno poteva essere il malvagio di una qualunque storia, dipendeva solamente chi fosse a raccontarla.

La terra dei corvi

Recensione

Un epic fantasy medievale, un vero e proprio romanzo cappa e spada di altri tempi: ecco cosa vi aspetta tra le pagine di La terra dei Corvi, il romanzo di Marco Tanghetti edito per PAV edizioni. Posso dirvi con certezza che l’autore si differenzia da quella che è la tendenza attuale del genere fantasy, anche della categoria epic che forse, tra le tante, è quella che si è mantenuta più fedele alle origini.

Ad essere in controtendenza con la letteratura attuale è in primo luogo lo stile: la penna di Marco è decisamente ricercata, e sfodera spesso termini aulici e ad oggi raramente visti tra le pagine dei libri. Questo rende la scrittura estremamente evocativa: oltre ad essere un romanzo ambientato in un’epoca pseudo-medievale, anche la scrittura è di altri tempi, e questo aiuta il lettore ad immergersi nell’atmosfera diventando assolutamente funzionale all’esperienza di lettura. Ciò detto, a volte l’elevata formalità del linguaggio, soprattutto nei dialoghi, mi ha impedito di immedesimarmi appieno nei personaggi, che hanno avuto una vita intensa sulla pagina ma non altrettanto nella mia sfera emotiva. C’è anche da sottolineare che, sempre ma soprattutto quando si sceglie di usare un linguaggio complesso, avere una grammatica ineccepibile è fondamentale, per non inficiare la leggibilità del testo. Purtroppo, qualche volta questa precisione certosina è mancata.

La trama è molto interessante, non estremamente complessa ma comunque intricata al punto giusto, con la necessaria quantità di colpi di scena, climax e momenti di calma. Mi è piaciuto molto il tono investigativo che è stato dato al susseguirsi degli eventi: dal momento che lo scopo finale è scoprire il responsabile di alcuni omicidi, in alcuni tratti sembrava quasi di star leggendo un giallo medievale. La cosa che mi ha più colpita, tuttavia, è stato il world building: l’autore non ha lasciato nulla al caso, descrivendo con precisione le varie classi sociali del suo mondo e le loro relazioni (popolani, soldati, cavalieri, Baroni, Conti), caratterizzando in modo molto credibile la geografia, le stagioni ed il passare del tempo, e anche dando un inquadramento storico al passato e al presente della terra in cui si svolge la storia. Le descrizioni sono decisamente dettagliate e molto presenti nel libro, rendendosi a volte protagoniste della storia stessa.

Per quanto riguarda il protagonista vero e proprio, la cosa che più mi è piaciuta è stata la coerenza che l’autore è riuscito a dare al personaggio. Si tratta di quello che viene descritto come morally grey: non fa parte dei cattivi, ma non si definirebbe mai un buono. Ha le sue colpe che lo tormentano, e questo lo rende in qualche modo molto umano. A tal riguardo, mi è piaciuto molto come sono stati gestiti i flashback, che hanno aiutato nella costruzione del personaggio e a svelare tratti interessanti al momento giusto. Tuttavia, non è stato il protagonista quello che mi ha appassionata di più, forse per il suo essere sempre un po’ distaccato. Mi sono invece affezionata fortemente al personaggio di Ravidius, forse proprio perché, essendo anche uno dei personaggi più giovani, è quello meno formale e più umano, con cui sono riuscita ad empatizzare di più.

In conclusione, a mio parere si tratta sicuramente di un buon romanzo, originale se confrontato alle tendenze odierne della letteratura fantasy, con una trama lineare ed un world building molto dettagliato. Grazie al linguaggio evocativo dell’autore, l’atmosfera è quella che più rimane nel cuore del lettore quando chiude l’ultima pagina. Ultima pagina che riapre una porta per un sequel che fin quasi alla ine sembra improbabile, riaccendendo la curiosità del lettore. Pertanto, leggerò sicuramente i prossimi volumi per scoprire cos’altro abbia da offrire la Terra dei Corvi!

Trama
Scrittura
Personaggi

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